L'aborto farmacologico

ETÀ GESTAZIONALE

Per poter svolgere un aborto farmacologico la gravidanza deve essere compresa tra i 49 giorni e massimo 63 giorni, corrispondenti a 7/9 settimane, e si calcolano contando dal primo giorno dell’ultima mestruazione.

IN COSA CONSISTE

Con aborto farmacologico s’intende un’interruzione di gravidanza effettuata tramite il ricorso a specifici farmaci in grado di indurre le contrazioni uterine per favorire l’espulsione dell’embrione.

COSA DEVI SAPERE

Il poter ricorrere a metodi farmacologici è un grande vantaggio perchè evita la dilatazione strumentale del collo dell’utero, necessaria per effettuare l’aborto chirurgicamente, che comporta maggiori complicazioni. Il medico è tenuto a informare la paziente di tutti i potenziali rischi esistenti e, prima di procedere al trattamento, dovrà assicurarsi che non siano presenti controindicazioni o restrizioni di qualsiasi tipo all’uso dei farmaci che si andranno ad utilizzare. Il farmaco abortivo impiegato per portare a termine l’interruzione della gravidanza è il mifepristone (Mifegyne®); anche noto come “pillola abortiva” e con la sigla “RU486”.

LOCALIZZAZIONE

L’aborto farmacologico viene fatto in ospedale o in strutture sanitarie abilitate all’esecuzione di questo tipo di intervento, solitamente in Day Hospital, cioè non rimanendo a dormire in ospedale. 

FASI DELL’INTERVENTO E RICOVERO

  • Dopo aver escluso la presenza di controindicazioni di qualsiasi tipo, si procede con la somministrazione della pillola abortiva a base di mifepristone. Il farmaco è in forma di compresse e deve, essere assunto per via orale. Le dosi somministrate sono di 200-600 mg.
  • Trascorso un periodo di tempo variabile dalle 36 alle 48 ore, è possibile procedere con la somministrazione della prostaglandina, necessaria a stimolare le contrazioni uterine per consentire l’espulsione del sacco embrionale.
    La donna rimane sotto osservazione per alcune ore. Solitamente l’espulsione dei tessuti embrionali avviene in questo momento sotto forma di mestruazione.

  • Il rientro al domicilio avviene dopo circa due ore dall’intervento e l’esito dell’aborto farmacologico viene controllato attraverso un’ecografia che dovrà essere effettuata 14 giorni dopo il trattamento.

  • Dagli studi effettuati e dai dati finora raccolti è emerso che l’aborto farmacologico è efficace nel 95,5% dei casi. Tuttavia, nella non comune eventualità che l’espulsione del sacco embrionale non avvenga in maniera completa, è necessario ricorrere al raschiamento.

DURATA DELL’INTERVENTO

La durata di tutta la procedura dura circa mezza giornata, al massimo una giornata intera.

IMPORTANTE

Nonostante la possibile presenza di personale medico obiettore di coscienza, che per legge può rifiutarsi di prescrivere e somministrare farmaci necessari all’interruzione della gestazione, la Corte di Cassazione ha escluso la possibilità di sollevare l’obiezione di coscienza nella fase di espulsione dell’embrione, durante la quale il medico, anche se obiettore di coscienza, è tenuto a prestare soccorso alla paziente in quanto si tratta di assistenza medica fornita successivamente all’intervento di interruzione della gravidanza. 

Quindi se una donna abbia già assunto i farmaci necessari all’aborto farmacologico o si sia già sottoposta ad aborto chirurgico, il personale medico presente nel momento in cui si verifica l’espulsione dell’embrione e del materiale contenuto nell’utero e presente nelle fasi successive alla rimozione del sacco embrionale, è obbligatoriamente tenuto a fornire assistenza sanitaria, anche se obiettore di coscienza.