
LA NOSTRA RICERCA
Il percorso di ricerca per la tesi è stato avviato alla fine del 2022 e ha affrontato una vasta gamma di argomenti legati all’aborto. Abbiamo iniziato con uno studio approfondito sulla storia dell’aborto, analizzando i passaggi chiave che hanno segnato la sua evoluzione nel corso del tempo. Ci siamo poi concentrate sul processo di legalizzazione dell’aborto, esaminando le modifiche normative e legislative che hanno interessato questa pratica in diversi paesi nel mondo.
In particolare, in Italia, è stato fondamentale comprendere il contesto politico e sociale durante il periodo in cui è stata promulgata la legge 194 nel 1978, al fine di cogliere a pieno il processo di legalizzazione dell’aborto nel paese. In quegli anni, i movimenti femministi hanno svolto un ruolo determinante nel promuovere i diritti delle donne, incluso il diritto all’aborto. Grazie al loro impegno e alla loro lotta, le istanze femminili sono state ascoltate e si è cercato di garantire l’accesso sicuro e legale all’aborto.
Un elemento chiave per comprendere le problematiche attuali della legge 194 è stato approfondire il concetto di obiezione di coscienza e il modo disinvolto in cui viene esercitato oggi, causando molto spesso l’obiezione di struttura, illegale secondo la legge 194.
La nostra ricerca si è quindi concentrata sull’analisi della raccolta dei dati sanitari sull’IVG e sull’obiezione di coscienza in Italia, seguendo il percorso che questi dati compiono dalle singole strutture ospedaliere fino alla pubblicazione.
Per questo, è stato essenziale comprendere il contenuto della Relazione al Parlamento sull’attuazione della legge 194/78 e le relative problematiche. Abbiamo analizzato documenti e abbiamo intrattenuto confronti diretti con persone coinvolte nel sistema di raccolta dati, che coinvolge tre enti principali: l’Istituto Superiore di Sanità, l’Istat e il Ministero della Salute. Durante questa analisi, sono emersi i problemi legati alla raccolta attuale dei dati e alla loro pubblicazione.
La promozione di una cultura dei dati condivisa a tutti i livelli nel settore sanitario rappresenta una leva per l’innovazione nelle strutture ospedaliere, utilizzando le informazioni disponibili in modo strategico per migliorare l’efficienza. Purtroppo, ciò non avviene nel campo dell’IVG e ciò causa molti problemi.
Attraverso le indagini condotte negli ultimi anni, come lo studio di Chiara Lalli e Sonia Montegiove intitolato “Mai dati”, è emerso chiaramente che la legge 194 non viene sempre rispettata e che molte donne in diverse regioni d’Italia sono costrette a spostarsi per accedere a un loro diritto.
Oggi, progetti e iniziative come il nostro mettono l’accento sull‘importanza di proteggere e difendere i diritti delle donne in materia di aborto, dimostrando che il dibattito su questo argomento è ancora vivo e che c’è ancora molto lavoro da fare per garantire una piena tutela dei diritti riproduttivi delle donne.