Gli obiettivi e fattibilità della nostra proposta di nuovo metodo di raccolta dei dati sanitari IVG

OBIETTIVI

Il progetto del sistema di raccolta e pubblicazione dei dati mira principalmente a fornire un prezioso sostegno alle donne nel loro percorso di interruzione volontaria di gravidanza (IVG), semplificando la ricerca della struttura più vicina che offra tale servizio.

Ciò permetterebbe loro di evitare le situazioni sgradevoli e gli ostacoli attualmente presenti per accedere a tale assistenza, come dover visitare più ospedali prima di trovare una struttura adeguata o persino dover spostarsi in un’altra regione per ottenere il servizio che per legge dovrebbe essere garantito sempre e ovunque in Italia.

Parallelamente, l’attivazione di questo servizio sul territorio nazionale, scaturirebbe un’ottimizzazione generale del servizio attualmente proposto in Italia.

Permetterebbe infatti che l’articolo 9 della legge 194 venisse definitivamente rispettato. Viene riportato l’articolo 9 della legge 194, che stabilisce le disposizioni relative all’obiezione di coscienza.

Legge 22 maggio 1978, n. 194 Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza (Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Gazzetta Ufficiale del 22 maggio 1978, n. 140)

Il personale sanitario ed esercente le attività ausiliarie non è tenuto a prendere parte alle procedure di cui agli articoli 5 e 7 ed agli interventi per l’interruzione della gravidanza quando sollevi obiezione di coscienza, con preventiva dichiarazione. La dichiarazione dell’obiettore deve essere comunicata al medico provinciale e, nel caso di personale dipendente dello ospedale o dalla casa di cura, anche al direttore sanitario, entro un mese dall’entrata in vigore della presente legge o dal conseguimento della abilitazione o dall’assunzione presso un ente tenuto a fornire prestazioni dirette alla interruzione della gravidanza o dalla stipulazione di una convenzione con enti previdenziali che comporti l’esecuzione di tali prestazioni. L’obiezione può sempre essere revocata o venire proposta anche al di fuori dei termini di cui al precedente comma, ma in tale caso la dichiarazione produce effetto dopo un mese dalla sua presentazione al medico provinciale. L’obiezione di coscienza esonera il personale sanitario ed esercente le attività ausiliarie dal compimento delle procedure e delle attività specificamente e necessariamente dirette a determinare l’interruzione della gravidanza, e non dall’assistenza antecedente e conseguente all’intervento. Gli enti ospedalieri e le case di cura autorizzate sono tenuti in ogni caso ad assicurare lo espletamento delle procedure previste dall’articolo 7 e l’effettuazione degli interventi di interruzione della gravidanza richiesti secondo le modalità previste dagli articoli 5, 7 e 8. La regione ne controlla e garantisce l’attuazione anche attraverso la mobilità del personale. L’obiezione di coscienza non può essere invocata dal personale sanitario, ed esercente le attività ausiliarie quando, data la particolarità delle circostanze, il loro personale intervento è indispensabile per salvare la vita della donna in imminente pericolo. L’obiezione di coscienza si intende revocata, con effetto, immediato, se chi l’ha sollevata prende parte a procedure o a interventi per l’interruzione della gravidanza previsti dalla presente legge, al di fuori dei casi di cui al comma precedente

 Attualmente, in Italia, purtroppo, non è presente un sistema di raccolta dati in grado di monitorare i livelli di obiezione in ciascuna struttura, i dati vengono raccolti solo in maniera aggregata e vengono pubblicati anni dopo la loro data di rilevazione, quindi sono utili solo a fini statistici. Questa lacuna rende impossibile garantire il servizio in maniera uniforme e permette alle strutture di poter avere livelli di obiezione che rendono impossibile la garanzia del servizio.

Tuttavia, la realizzazione del sistema di raccolta dati consentirebbe di ottenere una chiara panoramica dei diversi livelli di obiezione, permettendo di assicurare il servizio in ogni struttura attraverso la mobilità del personale tra le diverse sedi.

Di conseguenza, la creazione di questo servizio rappresenterebbe un elemento fondamentale per garantire l’applicazione accurata della legge, aspetto attualmente carente in Italia.

FATTIBILITÁ

Ci sono alcune ragioni per cui il nostro progetto volto a migliorare l’accesso dei servizi di interruzione volontaria di gravidanza potrebbe essere considerato non fattibile attualmente in Italia.
La principale sfida è l’obiezione di coscienza tra il personale medico diffusa in Italia. Questo può portare a una carenza di operatori disposti a eseguire IVG, rendendo difficile garantire un servizio uniforme in tutto il paese.
Ma questa non è l’unica sfida, In Italia ci sono ancora forti influenze culturali e sociali che possono ostacolare l’accesso all’aborto e la discussione aperta sul tema. Queste barriere rendono difficile l’implementazione di progetti volti a migliorare l’accesso e la consapevolezza.
Inoltre, il sistema sanitario italiano potrebbe avere risorse limitate o priorità diverse, il che potrebbe influire sulla disponibilità di finanziamenti e risorse per un progetto di questo tipo. Le opinioni politiche divergenti sulla questione dell’IVG possono influenzare la volontà di sostenere e attuare un progetto di miglioramento dei servizi.
Tuttavia, il clima politico e sociale può evolversi nel tempo, restiamo speranzose che iniziative per migliorare l’accesso ai servizi di IVG possano trovare sostegno crescente in futuro.